Alla vergine piace il cazzo nel culo

vacca calore culo Gli anni ’90 avrebbero dovuto essere il decennio del libero amore, ma che non era il caso del piccolo paesello dove sono cresciuto. Da quando mi ero laureato, non avevo mai avuto un appuntamento. Quando guardo le mie foto di allora, vedo un bel ragazzo dai capelli scuri. Ero molto attratto da una ragazza dai capelli rossi che abitava a pochi isolati da me. Angela era incredibile. Aveva una vita sottile, grandi seni ed un culo incredibile che lei metteva sempre in mostra in pantaloni stretti e corti. Ogni sera aveva l’abitudine di uscire di casa con il fratello e la sorella; passavano sempre sotto casa mia ed io ero sempre in veranda ad ascoltare musica. Angela si fermava e ballare a volte. Scuoteva il culo al ritmo dei Led Zeppelin. Abbiamo parlato e flirtato quasi ogni giorno e devo dire che ho avuto la sensazione che ci piacevamo. Una sera abbiamo deciso di uscire insieme. Devo dire che ci provai subito. Furono solo abbracci, anche se le misi la mano nella scollatura per toccarle il seno e strizzarle quei suoi capezzoli invitanti e duri. Le piaceva sentirsi titillare le tette, ed io la accontentavo. Ai tempi della scuola avevo una camera tutta mia nel dormitorio e frequentavo una mia compagna di classe, che spesso invitavo a stare con me in assoluta intimità. Filippa e io facevamo petting pesante sul letto entro breve tempo dal nostro arrivo in stanza. Aveva capelli corti e scuri, un corpo perfetto e piccoli seni che adoravo baciare e succhiare, non appena toglieva la camicetta ed il reggiseno. Pur continuando la stimolazione orale delle tette, riuscii a sganciare ed abbassarle i jeans. Avevo la fica a pochi centimetri da me; bella, pelosa, nera, mi si induriva il cazzo solo a vederla. Quando le ho infilato un dito dentro la sua passerina umida, rabbrividì, gemette e poi mi spinse via. Era vergine, un corpo grassoccio, ma io adoravo toccarla in ogni punto e farla godere, soprattutto masturbandole la figa senza mai scoparla completamente. Un giorno mi ha detto che tutta la sua famiglia sarebbe andata in città il giorno seguente. Dal momento che la città era più di un’ora di distanza, ciò significava che avremmo avuto tutta la mattinata per noi. La mattina seguente mi sono svegliato all’alba, ed ho aspettato fino a quando ho visto la macchina  passare sotto casa mie e lei, senza farsi vedere, venire da me. Abbiamo iniziato a baciarci subito e ben presto gli ho aperto la camicetta, slacciato il reggiseno e mi misi a giocare con le sue belle tette burrose. Stavo baciando tutta la sua bella pancia, per scendere sino alla fichetta, che sentivo già umida e vogliosa. Non avevo mai fatto godere una donna in quel modo prima, ma notavo che ero bravo e le piaceva. Si sdraiò sul divano ed io me ne stavo in ginocchio sul pavimento con la testa tra le sue cosce invitanti, mentre le leccavo le cosce e la figa senza mai spogliarle completamente le mutandine. La leccai per un buon quarto d’ora e la sentivo gemere sempre di più e bagnarsi ad ogni mio colpo di lingua. Non eravamo pronti per la scopata, così dopo un po’ di intense leccate di fica e clitoride, ci fermammo. Ricordo una vacanza, quando dopo cena, sono tornato nella mia stanza. Ero vestito in jeans, scarpe ed avevo la camicia sbottonata. I due ragazzi dalla camera accanto, che erano anche reclute, mi invitarono ad uscire con loro per andare in discoteca, per cercare di abbordare qualche ragazza vogliosa. Non mi ricordo dove siamo andati, ma ricordo di aver fatto colpo ed iniziato a parlare con un paio di ragazze. Una era una bionda magra e l’altra aveva i capelli scuri, leggermente arrotondata sui fianchi. La ragazza bionda non era sta gran bellezza, ma la mora aveva quello sguardo nei suoi occhi che sembrava incantevole. Non ricordo quando ho bevuto, ma ricordo di essere tornato al motel in compagnia della bella ragazza dai capelli neri (il cui nome non lo ricordo), la quale teneva la mano e mi baciava ogni minuto. Gli altri ragazzi ospitarono la ragazza bionda nella loro stanza e mi hanno lasciato e la bruna, che non vedeva l’ora di essere scopata selvaggiamente. Quando siamo arrivati ero nervosissimo e non vedevo l’ora di spogliarla, ma feci terribili gaffes. Ho avuto problemi con la camicetta ed il reggiseno, ma non ci misi molto a spogliarle i pantaloni. Indossava un reggiseno verde di pizzo ed un paio di mutandine in seta bianca, dalla quale filtrava, grazie alla luce, il colore nero della peluria della sua figa; piccoli ciuffi di pelo uscivano dai bordi e spingevano in alto la mutandina. Sembrava una di quelle ragazze in “della porta accanto”. Aveva bei fianchi larghi, corporatura tonica e soprattutto grandi seni. Appena ci buttammo sul letto non perse tempo in presentazioni, anche perché il mio rigonfiamento nelle mutande non lasciava adito a dubbi. Prese il mio cazzo con entrambe le mani e se lo appoggiò alla figa, ed una volta che la mia cappella era appoggiata al buchetto, ci si sedette sopra, facendolo scorrere tutto dentro.  Una bella fichetta umida e calda, che risucchiò voracemente il mio uccello. La colpìì con colpi forti di cazzo, sfondadogliela ad ogni colpo e lei godeva, soprattutto perché le tenevo strette le tette nelle mani e gliele strizzavo, facendola urlare di piacere. Sentivo il rumore della sua fichetta che si apriva e chiudeva sotto i miei colpi e sentivo le mie palle poggiarsi sul suo buco del culo, caldo e stretto. Ogni tanto glielo toccavo e ci infilavo un dito, cosa che la faceva eccitare come una vacca. L’unico inconveniente era che non avevo idea di quanto tempo ci sarebbe voluto per me per sborrare e non volevo stancarla troppo. Le donne, si sa, hanno i loro tempi. La scopai per diversi minuti, anche in posizioni diverse. Avevo voglia di culo, così la feci mettere a pecorina e senza nemmeno bagnarle il buco, già umido di suo, glielo ficcai dentro sino alle palle, sentendola urlare dal piacere. Le stantuffai il cazzo nel culo per almeno un minuto buono, spingendoglielo dentro tutto e sentendo il suo sfintere aprirsi e chiudersi a ritmo. Stavo per sborrare ed aumentai la mia velocità, sino a sentire fiotti di sborra schizzarle nel culo e riempirla. Andai avanti a scoparla per qualche istante, ma poi sentendomelo ammosciare lo tolsi dal culo e glielo cacciai in bocca per farmelo pulire bene. Lo leccò avidamente, mentre ancora le sue tette sbattevano contro le mie palle. Fu una scopata memorabile. Non ricordo di aver mai fottuto un culo in questo modo.

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