L’infermiera del reparto geriatrico
Lavoro in un dei più grandi ospedali della mia città. Sono single, ho 44 anni ed il lavoro è praticamente tutta la mia vita. Sono gentile con tutti i pazienti, molto professionale e diligente e sia i miei capi che i miei colleghi penso mi apprezzino molto. Una vera infermiera sexy come mi dicono in molti. Da un paio di anni sono vice-responsabile della sezione di geriatria. Ho quindi a che fare soltanto con persone anziane, molto anziane e, anche a causa della mia disponibilità nei loro confronti, I ricoverati nel giro di un paio di giorni mi raccontano vita morte e miracoli. Quello che sto per raccontare potrà sembrarvi indecente o piuttosto conseguenza di una mia perversione ma giurò che non è così. Quello che faccio è dettato da sentimenti puri, l’affetto, la compassione soprattutto.
A volte vengono ricoverati vecchietti che sono soli al mondo, nemmeno un cane che li venga a trovare ed è tremendo assistere alla visita dei familiari dei pazienti della tua stanza quando attorno al tuo letto trova posto soltanto una tristezza infinita. E quindi entro in scena io a fungere da stanza di compensazione. Se noto un vecchietto solo e abbandonato, quando si spengono le luci e nessuno degli altri pazienti può notarmi perché in pieno sonno, io entro nella stanza, sveglio il vecchietto in questione, gli tiro fuori il cazzo e comincio a masturbarlo. La prima volta per poco non ci rimangono secchi e presi dall’emozione a volte non riescono ad avere nemmeno l’erezione ma pian piano si abituano e durante la degenza non ve ne è stato finora uno che non abbia avuto una soddisfacente eiaculazione. Certo I cazzi degli ultrasettantenni non sono dritti e vigorosi come quelli dei ragazzi ma sapendoci fare possono anche dare delle buone performance. In ogni caso devo stare abbastanza tempo ad accarezzarli, non posso pretendere che vengano in un baleno ma posso assicurarvi che la gioia che vedo dipinta nei loro volti mista ad incredulità per tanta gratuita beneficenza mi ripaga di tanti sacrifici. Ricordo un tipo sugli ottant'anni con I capelli ancora neri ed un fisico tutto sommato snello, vedovo da 20 anni che mi aveva confidato che in vita sua aveva fatto l’amore soltanto con sua moglie. All’inizio si era quasi sentito in colpa ed io, per confortarlo gli avevo permesso di pronunciare il nome della moglie socchiudendo gli occhi mentre gli facevo gonfiare la cappella. Un altro un po più giovane mi aveva fatto I complimenti perché aveva avuto decine di donne ma nessuna lo aveva masturbato con la maestria che ci mettevo. Grata di tale complimento a lui, e solo a lui, avevo concesso di toccarmi le tette ed una sera, seppur a distanza di un paio di metri avevo mostrato la fica. La mia è un attività si può dire ad alto impatto sociale, I vecchietti sanno che devono mantenere il massimo riserbo che quello che accade è un segreto fra loro e me e nessuno finora mi ha mai tradito. Posso definirmi l’angelo dell’ospedale un luogo dove non soltanto si soffre di dolore ma grazie a me si geme anche di piacere.
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