Storia di una ragazza riservata e porca
Sono sempre stata una ragazza molto riservata, ed i miei genitori erano sempre molto fiduciosi di me. Non avevo mai fatto nulla per ingannare la fiducia che riponevano in me, ecco perché mia madre era sempre pronto a lasciarmi da sola quando è andata via per un paio di giorni. Ho avuto per un lungo periodo il ragazzo ma, purtroppo, quando si trattava di ginnastica da camera da letto, devo dire chiamarla delusione sarebbe stato un eufemismo. Avevo anche l’amante, che mi è stato molto vicino sia sentimentalmente, sia sessualmente, infatti veniva a trovarmi quando il mio ragazzo era occupato, o la mamma era al lavoro o lontano, e facevamo sesso, non completo ovviamente, ma del sano petting. Gli piaceva succhiarmi i capezzoli, leccarmi la figa ed io gli facevo dei bellissimi pompini. Questa volta i miei genitori erano via, invitati ad un matrimonio e mi avevano lasciata solo per 5 notti. Una pacchia per me, sesso a tutto andare. Sono partiti tardi il venerdì sera, di fretta, quindi ho deciso che avrei chiamato Matteo (il mio scopa-amico) il giorno successivo per ospitarlo da me tutti e 5 i giorni. Appena gli ho telefonato è arrivato subito, eccitato com’era dall’idea di stare con me così tanto tempo. Ho deciso di uscire a cena dopo una lunga settimana passata a mangiare a casa, così piano piano ci siamo preparati. Dopo cena era già tutto programmato, e non di certo avremmo dormito. Arrivammo a casa, andammo al piano di sopra, ci siamo cambiati e mi sono messa a letto. Non dormo mai completamente nuda, ma stasera, non potevo fare a meno di restare senza pigiama e senza mutandine. La sensazione della mia carne nuda sulle lenzuola mi eccitava. All’improvviso ho avuto un’idea, chiamo Matteo, che stava guardando la televisione, e gli dissi che ero pronta nel letto. Dieci minuti dopo sentii i suoi passi. Scesi le scale in mutandine, e mi comportai come se nulla fosse. I suoi occhi sembravano come se fossero sul punto di scoppiare, e da come si rigonfiavano i suoi jeans capivo che apprezzava ciò che stava guardando. Ci avvicinammo alla porta della camera, quando ad un tratto mi spinse contro la porta e cominciò a baciarmi con passione. Non ho potuto fare a meno di emettere un gemito, appena sentii baciarmi il collo e scendere lungo il mio petto. Ha sollevato le mie gambe intorno alla vita, iniziando a strusciare i miei fianchi sul suo cazzo. Sentivo il suo uccello sfregarsi contro il mio clitoride e mi stava facendo impazzire. Ho deciso che era giunto il mio turno e fargli vedere cosa significava godere. L’ho fatto sedere sul divano, mi fermai di fronte a lui e mi tolsi la biancheria intima. Mi misi davanti a lui e cominciai a baciarlo ed a leccarli il collo, mentre lui con le mani mi accarezzava il clitoride, godendo dei miei umori, appiccicosi e caldi. Ma non era finito lì il piacere, ad un tratto gli tirai fuori il cazzo dai pantaloni e cominciai a leccare la cappella e lentamente lo presi in bocca, andando su e giù, più piano succhiavo e più godeva lui, fino a che mi fermai quando sentivo le sue palle sfiorarmi le labbra e la cappella in gola, e lo sentivo colpirmi la parte posteriore della gola. Ero in una posizione tale che poteva tranquillamente proseguire a strofinarmi la figa, mentre la guardava e godeva del pompino. Il suo gemito mi ha incoraggiato ad andare avanti. Sentendo che stava per venire, ho smesso di succhiare e mi sono seduta su di lui. Non perse occasione per succhiarmi le tette, mentre lentamente mi spingeva il cazzo nella figa, fino in fondo. Entrambi abbiamo iniziato a pompare fino a quando non è riuscito a trattenersi più e si lasciò sfuggire un urlo forte, seguito da una lunga e copiosa sborrata dentro di me. Ci riposammo qualche minuto, anche perché poi c’era tempo per il secondo round; a dire il vero avevamo cinque giorni liberi, e tutto il tempo che volevamo per scopare e divertirci.
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