Samir e la maniaca dei piedi
Mi chiamo Samir e vengo dal Senegal. Vi ho già detto di come ho conquistato il posto lavoro grazie alle mie doti nascoste o quasi. Il fatto è che le due titolari appena hanno visto come le clienti mi guardavano, hanno pensato bene di assumere un altro cameriere ed utilizzarmi come fattorino a domicilio e, dopo cena, come lavapiatti ed amante. Non avevano pero fatto i conti con la circostanza ineluttabile che pisa è una citta piccola e provinciale e che la mia fama – in effetti già prima di conoscere Licia qualche avventura la avevo avuta – già si era diffusa. Samil, il ragazzo che lavora al ……., è un amante superdotato ed instancabile, scopa come un toro e non disdegna nessuna avventura. Ed anche questo è vero a me, purchè respirino e non siano prioprio vecchie, basta che cominciano a succhiarmelo, mi piaccion tutte e non riesco a resistere. Oggi vi racconto per esempio di una tizia che aveva ordinato una margherita con patatine. Arrivo alla palazzina indicatami, citofono, salgo e mi apre una signora sui quaranta, abbastanza formosa, con un bel paio di tette procaci, lunghi capelli neri e delle labbra sicuramente rifatte a forma di canotto tre posti. Mi dice di posare la pizza sul tavolo e di accomodarmi sulla sedia di fronte al divano perché mi vuole dare una bella mancia. Ritorna un minuto dopo e non ha più ne gonna ne mutande, pur avendo lasciato la camicetta ed il golfino rosso che indossava qualche minuto prima. Tutto ciò mi sembra abbastanza strano, lei mi dice che ha saputo che ci so fare e comincia ad accarezzarmi il torace e mi invita a togliermi la maglietta, io eseguo e lei, rimasto nudo dalla cintola in su comincia a mordicchiarmi i capezzoli e baciarmi il collo. Inutile dire che aveva un toro nelle mutande, le infilo una mano nella fica che però non è tanto bagnata, le titillo allora il buco del culo e le palpeggio la schiena. Lei si avvcina al mio orecchio e mentre comincia a massaggiarmi il cazzo ancora riposto nei pantaloni mi sussurra all’orecchio che vuole che mi tolga scarpe e calze. Mi sembra strano ma eseguo anche perché ho notato che sul tavolo, accanto alla pizza, ha poggiato una bancanota da 20 euro. Rimango quindi a piedi nudi e lei si siede di fronte a me, sorride maliziosa e comincia ad accarezzarmi il piede destro, lo massaggia come se avessi una distorsione, ma il massaggio mi eccita come un pazzo, le dico che la voglio scopare, accenno al fatto che di certo non se ne pentirà ma lei non mi ascolta, afferra il mio piedee e comincia a strusciarlo contro la sua fica, mi prende l’alluce e lo usa a mo di piccolo cazzo, lo infila e lo esce ritmicamente dalla sua fica che ora si è praticamente fradicia. Mi confessa mentre gode come una porca che questa cosa la fa impazzire, che non sa spiegarsi il perché, ma tanto a me non importa, utilizza pure il mio piede, fai quello che vuoi. La bella mora porca ha un orgasmo violento, sussulta, geme, grida, poi cade come in trance per un secondo si riprende e porta una bacinella. Mi lava il piede, mi bacia sulle labbra come una verginella e mi da appuntamento al sabato dopo. Io incasso i 20 euro e vado via pensando che appena arrivo in pizzeria, la prima cosa che faccio è incularmi licia.
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