Troppo troia mia figlia Lorenza

Mi rivolgo con questo mio racconto/confessione in particolar modo ai maschi quarantenni come me che hanno delle figlie femmine. Non voglio certo l’approvazione di nessuno ma un parere su quello che mi è successo e, magari, trovare un altro padre come me che ha vissuto le stesse esperienze ed ha provato le stesse sensazioni. Io mi chiamo Mario e vivo in provincia di Mantova. Sono sposata da oltre venti anni ed ho due figli. Ho anche una figlia di 25 anni da una precedente relazione. Ultimamente mi sono avvicinato molto a questa figlia. Sapete le classiche storie in cui si interrompe una relazione ed a soffrirne sono soprattutto i figli. Io con una nuova compagna e la mia ex altrettanto. Entrambi si rifanno una vita ma se c’è un figlio è proprio lui a trovarsi nel centro del nulla. Lorenza, questo il nome di mia figlia nata dalla mia prima relazione, è cresciuta senza l’affetto di un padre. Non le ho mai fatto mancare nulla di materiale se non la mia presenza. Lei è cresciuta da sola si può dire. Subito adulta e subito ad assumersi le sue responsabilità. Io presente ma non nelle sue decisioni più importanti. Una sera di sei mesi fa, però, una telefonata nel cuore della notte mi fece saltare dal letto. Era la mia ex che mi chiedeva aiuto. La nostra figlia Lorenza era stata fermata dalla polizia perché trovate in possesso, assieme ad un ragazzo, di ben tre grammi di marijuana. Una notizia che mi fece cadere un macigno addosso. Mia figlia trascurata e senza un vero padre aveva preso una brutta piega.

troia figlia porca Chiesi scusa alla mia attuale compagna e andai subito a trovarla. In realtà non la vedevo da circa un anno. Lei si era fatta una ragazza bellissima, bruna come sua madre e con lineamenti perfetti. L'abbracciai con la scusa di soccorrerla in quel suo momento difficile. In realtà era un tentativo grossolano per cercare di scusarmi con lei e, allo stesso tempo, di stabilire un contatto fisico con lei. Lei mi rispose in un modo che non dimenticherò più. Tu non sei mio padre ma puoi diventare mio amico se vuoi. Io la guardai senza capire esattamente cosa voleva realmente dire. Me lo spiegò il giorno dopo a cena. La invitai a casa e la presentai alla mia famiglia. Tutti la accolsero a braccia aperte. In fondo per i miei figlia era anche loro sorella e mia moglie una donna molto aperta. Mi disse di non avermi mai percepito come padre. Che avrei prima preferito avermi come amico e poi come padre. Io decisi di conoscerla meglio. Non volevo soltanto averla come voce mensile nel mio estratto conto. Volevo sapere come viveva, che amicizie frequentava e come potevo essere più presente nella sua vita. Non potevo però non soffermarmi sul fatto che lei è una ragazza veramente bella. magari si veste da troietta, ma su questo ci possiamo lavorare. Comincia a lasciarla all’università qualche volta ed a riprenderla altre. Pian piano stavamo ricostruendo un rapporto, forse mai partito. Più la conoscevo e più cominciavo a realizzare che mia figlia era una ragazza molto aperta e priva completamente di inibizioni. Se fossi stato un genitore all’antica la avrei giudicata una figlia facile ed avrei iniziato a proibirle parecchie cose, come baciarsi in bocca in pubblico o trascorrere la notte fuori casa. Per lei era una normalità da qualche anno ma io osservavo la situazione da una prospettiva alquanto sbilenca. Non quella del padre e neanche quella di un amico. Ero più un osservatore imparziale. Guardavo ma non giudicavo. Una sera mi chiamò proprio Lorenza. Voleva invitarmi a mangiare una pizza. Con il suo solito carattere aperto e privo di fronzoli mi disse chiaramente che il suo ragazzo le aveva dato buca e lei era rimasta senza un cavaliere che le offrisse la pizza. Sorrisi e scherzando su questa sua battuta le dissi che sarei andata a prenderla dopo circa un’ora. Arrivato puntuale come un orologio schiacciato da una macchina (la mia puntualità è proverbialmente conosciuta come completamente assente) lei era già davanti il portone di casa. Ma lo sai che anche io faccio aspettare parecchio le persone? – mi disse. Allora sei veramente mio padre? continuò. Quella sua affermazione mi fece capire che lei mi vedeva sotto una luce diversa. Per lei non ero e non sarei mai stato un vero padre. Lei cercava più un amico e anche io cominciavo ad avere lo stesso atteggiamento nei suo confronti. Abbiamo però mangiato la pizza in un gran bel posto. Un locale all’aperto molto romantico. Lei mi raccontò della sua vita ed io della mia. Avevamo molto in comune. Gli stessi gusti musicali, nonostante la differenza d’età e coltivavamo le stesse passioni. Lei mi raccontò di aver avuto già parecchie storielle e di aver conosciuto diversi ragazzi. Io non rimasi meravigliato di questo. Avevo già avuto modo di vederla interagire con l’altro sesso ed avevo capito che era una ragazza molto sveglia. Verso la fine della serata lei mi chiese cosa ne pensavo di lei. In particolare se la trovavo una bella ragazza. Le risposi di si in maniera automatica e di getto. Non lo feci per compiacerla ma perché era proprio bella. Un sorriso molto ammiccante le si dipinse sul volto e mi propose di fare una passeggiata. Pagai il conto e ce ne andammo. Lei mi prese per mano ed abbiamo cominciato a camminare. Dopo un po’ appoggio la sua testa sulla mia spalla e mi chiese con una voce che non dimenticherò più : Mi accompagni a casa e sali con me perché ho tanto freddo e voglio che tu mi riscaldi questa notte? I dieci secondi successivi a quella domanda furono i secondi più lunghi della mia vita. Il mio cervello elaborò una scusa per la mia compagna, una risposta da darle ma soprattutto prese consapevolezza che mia figlia mi vedeva come un uomo e non come un padre. Le risposi di si e la accompagnai a casa. Lei già aveva organizzato tutto nei minimi particolari. Aveva detto a sua madre che sarebbe andata a dormire da un amica ed in realtà mi fece andare in un piccolo albergo di proprietà di un suo amico. Uno di quei piccoli b&b con soltanto un paio di stanza. Il posto era vuoto e tutto per noi. Siamo saliti e ci siamo seduto sul divano della zona pranzo. Lei cominciò subito a baciarmi. Una vera bocca meravigliosa. Profumata e molto carnosa. Penso di aver perso ogni riferimento spazio-temporale ma dopo poco ero completamente nudo assieme a lei e la stavo scopando. Lei aveva un corpo da favola. Un vero schianto di ragazza. Passionale e morbida come una vera femmina vera. La scopai come non facevo con una donna da anni. Non ricordo di essere stato così virile e voglioso prima di allora. Avevo recuperato un rapporto con una figlia e lo avevo trasformato in un qualcos’altro. Lei mi gridava nell’orecchio e penso abbia raggiunto almeno tre o quattro orgasmi. Abbiamo passato lì la notte, completamente nudi ed avvinghiati l’uno con l’altro, Oggi abbiamo un rapporto vero e, ogni tanto, torniamo in quel b&b...

Altri racconti di questa categoria

Lascia un commento