La mia prima volta: invito il mio amico a casa

Gennaro ed io abbiamo iniziato ad uscire nel dicembre di quest’anno. Non dimenticherò mai il giorno in cui mi ha chiesto di essere la sua fidanzata, in parte perché era la vigilia di Natale e in parte perché come ragazzo mi era sempre piaciuto. Eravamo amici dai tempi della specializzazione ha iniziato, e l’estate prima di quell’anno abbiamo iniziato casualmente a frequentarci, ma solo in amicizia. E poi finalmente il giorno della discussione della tesi finale era arrivato. Io che volevo essere un medico. Il mio Gennaro che sognava di diventare un veterinario. Ed eccoci qui, dopo tante fatiche, ad affrontare l’ultima.

prima volta Ovviamente lui non sapeva che dopo sarebbe stato mio ospite. I miei genitori dovevano fare un viaggio nel fine settimana in agosto. Di solito io li accompagnavo, ma quest’anno no, c’era qualcosa da festeggiare col mio amore. L’appuntamento era già deciso ed io mi stavo cambiando, nervosa come sempre. Ho respirato profondamente e diede un’ultima occhiata allo specchio appoggiato sopra la mia scrivania. I miei capelli ramati erano tutti scompigliati e cadevano all’indietro sfiorando la mia schiena, formando lunghe onde romantiche. Incrociai le braccia sul petto quasi nudo, sentendomi improvvisamente a disagio. Indossavo solo un reggiseno nero e mutandine in pizzo dello stesso tipo, acquistati per me da un amico per farmi uno scherzo. Io di solito vesto di cotone, più confortevole, bianco o rosa, con un arco di seta o alcuni cuori. Chiaro e semplice. Il reggiseno aveva imbottito miei seni e li spingeva in su, il che mi dava un certo fascino che non avevo mai notato prima. Il pizzo delle mutandine era quasi trasparente, abbracciava i miei fianchi ed il culo in un modo esagerato. Ero indecisa se vestirmi o no… in effetti ero sola in casa, senza nemmeno i vicini impiccioni che guardano tutto quello che faccio… restai in intimo. Il campanello suonò ed ho fatto un ultimo respiro prima di andare ad aprire. Ero nervosissima. Spalancai la porta, dandogli una visione completa di tutto e niente. Era lui, vestito in jeans normali e t-shirt, e puntavo i miei occhi su quei jeans non appena ho detto “Ciao”. Per la mia soddisfazione, il suo membro ha immediatamente risposto al mio essere nudo, premuto contro il tessuto. Lo invitai in casa, offrendogli da bere. Non mi ha nemmeno dato il tempo di finire la frase, che ha chiuso la porta ed è venuto dietro di me. Con un movimento rapido prese con entrambe le mani i seni e li premette come se volesse strizzarli. Fui presa dal desiderio, non appena mi appoggiai contro di lui e lo sentii gemere ad alta voce. Baciò il mio collo mentre mi stringeva e stuzzicava i capezzoli, facendomeli indurire e facendomi godere come una vacca. Una delle sue braccia mi stringeva la vita e mi strinse di più contro di lui, mentre la sua bocca continuava a baciarmi il collo. La sua erezione era evidente e spingeva contro la mia schiena, e già potevo sentire il calore e la lunghezza del suo cazzo. Ho deglutito l’aria mentre la sua mano aveva raggiunto l’interno del mio reggiseno, continuando a toccare la mia carne nuda e l’altra mano si faceva strada in mezzo alle gambe, accarezzandomi in zone dove nessun altro aveva mai osato prima. Mi stuzzicava l’interno coscia e si avvicinava sempre di più alla passera. La sua bocca era ormai ovunque e da nessuna parte… il mio collo, la mia faccia, la mia clavicola … le sue mani, ovunque. Di punto in bianco si fermò e quasi mi spinse via, con una tale forza che quasi caddi. Spaventata e senza fiato, l’ho guardato come ho riacquistato il mio equilibrio. L’espressione sul suo volto quasi mi faceva paura. Sembrava strano, quasi pericoloso, e mi ha acceso la passione ancora di più. Mi sentivo inumidire al pensiero della mia sottomissione. Qualsiasi cosa, tutto quello che voleva. Senza parlare Gennaro è venuto davanti a me, questa volta avvolgendo entrambe le braccia intorno a me e portando la sua bocca verso la mia. Le mie dita scomparvero nei suoi capelli arruffati e le nostre lingue si intrecciarono in un lungo bacio lussurioso. Con la bocca ancora attaccata alla mia, mi sollevò, in modo che io potessi avvolgere le gambe intorno alla sua vita; i nostri corpi premuti insieme, così da farmi dimenticare tutto il resto. Mi ha seduta sulla scrivania in modo che gli mostrassi culo e passera e lui era in piedi davanti a me. Gennaro mi infilò una mano in mezzo alle gambe mentre continuava a succhiare, mordere e baciare il mio collo ed il mio petto. Al culmine del piacere, toccava a me esplorare un po’ il suo corpo e feci scivolare le mie mani su e giù sul suo  corpo, godendo nel sentire le sue spalle larghe e dure, le braccia strette.

Eccitato mi slacciò il reggiseno lasciando le mie tette al vento. Una delle sue mani ancora mi esplorava tra le gambe, le sue dita hanno iniziato a correre su e giù per il bordo esterno bagnato delle mie mutandine nere. L’altra mano scivolava su e giù per la gamba destra, senza fermarsi da nessuna parte e mai nello stesso posto due volte. Gennaro ha continuato a leccarmi ovunque sul mio corpo, e per la prima volta ho sentito la sua bocca sul mio seno. Ho afferrato il suo culo stretto, attraverso i suoi jeans, appena ho sentito che la sua bocca stava lavorando uno dei miei capezzoli eretti in bocca. Ero un una posizione comoda per lui ma scomoda per me, ma così messa gli permisi di leccarmi il clitoride e la figa. Sentivo la sua lingua affondarmi nella figa, scavando, cercando di farsi strada in un luogo umido e morbido. Impazzivo, perché sentire la lingua che ti lecca la figa e le dita che ti strizzano i capezzoli, tutto insieme, provoca un orgasmo fuori dal comune. Sentivo la sua lingua accarezzarmi con un movimento verso l’alto, fino a quando ha trovato il mio clitoride e lo leccò per un po’, per poi stimolarlo allo stesso modo con le dita. Gemetti appena sentii la lingua di Gennaro lambirmi l’esterno del mio buchetto, prima di riuscire a entrare in me. Mormorò il mio nome, prima di tornare al mio clitoride. Questa volta lo prese tutto in bocca e succhiato, e succhiato, e succhiato, fino a quando non urlai nuovamente di piacere. Quando ebbi finito si alzò di nuovo e mi prese tra le sue braccia, cadendo a terra con me. Per qualche minuto mi sedetti su di lui, strusciandomi sui suoi boxer premuti contro il suo cazzo e delicatamente glieli spogliai sino a metà coscia. Mi sono alzata e appoggiai la sua cappella sulle labbra della mia figa, ormai lubrificata e che sbrodolava gocce di umori caldi. “Vuoi scoparmi?” Gemette in risposta tenendo le sue mani lungo i fianchi. Subito mi afferrò, e cominciò a muoversi su e giù, spingendo prima fuori, poi dentro il cazzo, in modo da lubrificarlo bene, sino che non non fu completamente dentro di me. Ho sentito un po’ di dolore all’inizio, ma poi l’emozione ed il piacere hanno preso il sopravvento. Non dovette scoparmi a lungo. In un attimo sentii i getti di sborra calda scorrermi per la figa e colare verso l’uscita, ormai aperta della mia passerina. Quando ebbe finito di depositare il suo seme è uscito da me e mi tenne stretta a lui mentre io ancora gli accarezzavo il petto e godevo di quei momenti. Inutile dire che non fu l’unica volta che scopammo quel giorno.

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