Uno studio un po’… impegnato

Questa è la storia di un giovanile 40enne. Ai tempi della gioventù mi ero ritirato dall’università, al terzo anno. Mio padre era felice e mi ha iscritto ad una scuola a 50 km di distanza. Per il viaggio non c’erano problemi, mi accompagnava la mia amica, che abitava in zona. Circa 2 settimane dopo ho cominciato a notare che Giovanna stava diventando sempre più amichevole e sempre meno vestita. Un giorno, dopo la scuola, mi ha chiesto se volevo spostare il frigorifero in modo che potesse pulire dietro. Allungò una mano per aiutarmi e le sue tette strusciarono sulla mia mano. Faceva apposta, e nello stesso istante si è sbottonata la camicetta per mostrarmi le tette, molto ben contenute in un reggiseno attillato di pizzo nero. Poi mi ha chiesto se poteva non andare a scuola quel giorno, perché avrei potuto aiutarla. Ovviamente era tutta una scusa, in realtà una volta andato a casa sua mi sedetti di fronte a lei dopo avermi messo il suo piede tra le gambe mi sorrise. Il mio cazzo era compresso nei pantaloni, e lei se ne accorse tant’è che si chinò e mi mise le tette praticamente in faccia. Sapevo cosa fare. Ho iniziato succhiandoglieli, dopo averglieli palpati un po’ e strizzati, un capezzolo per volta. Ho lavorato i seni per circa un’ora, ma il tempo non sembrava fermarsi mai. Mentre succhiavo lei si masturbava la fichetta da sotto la gonna, era molto bagnata, molto stretta ed urlava ad ogni carezza che si faceva. Ansimando, strinse le chiappe mentre aveva un orgasmo tremendo. Stava giocando con il mio cazzo attraverso i jeans e ne ho quasi avuto uno anche io. Fortunatamente non sono venuto. In un batter d’occhio anche il mio cazzo era all’aria aperta, in pieno alzabandiera. Ero abbastanza orgoglioso del mio cazzo, non troppo piccolo e non troppo grande. Se l’è preso in bocca e gli passò la lingua intorno un paio di volte, tutto il tempo accarezzandolo. Andò avanti per diversi minuti, leccando e succhiando ogni centimetro del mio cazzo, fino a che non le sborrai in bocca, urlando pure io.

donna scopata Con mia grande sorpresa non ho perso l’erezione e lei continuava a succhiare e giocare con il mio cazzo. Era il suo turno, la sua fica reclamava di essere leccata e masturbata anche con la mia lingua. Le infilai dentro tutta la lingua, scavando fino in fondo e bevendo tutto il suo succo. Quando la tiravo fuori le leccavo le labbra ed il clitoride, facendola urlare di piacere. Il mio cazzo era ancora duro e ancora voglioso. Ho deciso che era giunto il momento e glielo infilai nella sua calda figa. Lo facemmo in molte posizioni, prima smorza-candela, poi alla missionaria ed infine si mise a 90 e gli scopai anche il culo. Devo dire che il culo era molto stretto, ma il mio cazzo è entrato senza fatica. Le ho sborrato nel culo, una sensazione eccezionale. A causa della mia situazione familiare non ho potuto fare tutti i giorni, ma la mezz’ora è stata utilizzata per istruirmi nelle arti più sottili del sesso. La vera tragedia è che io non sono appassionato di pompini. Mi piace essere circondato da figa umida, pronta per essere scopata, anche se non ne ho mai rifiutato uno, comunque. Dopotutto non era difficile per me trovare da scopare, frequentavo ambienti raffinati, pieni di ragazze e donne dai fisici invidiabili, alte, ben vestite e ben pettinate; ogni curva era al posto giusto, dai seni morbidi e ben fatti, alle gambe affusolate che terminavano in piedi numero 39, nel fatti. Si finiva con un culetto ben sodo e sostenuto che sculettava ad ogni avanzare di passo. Ero uno componente d’onore del consiglio degli studenti ed avevo messo i miei occhi su di una donna del gruppo. Dopo aver vinto la sua fiducia abbiamo cominciato a studiare a casa sua. Il segreto è quello di farle fare la prima mossa, e credetemi che accadrà prima o poi. Mentre studiavamo io la fissavo sempre, fingendo interesse per la materia, in verità le guardavo la bocca, bella, ben formata e pitturata con un rossetto rosso che rendevano le sue labbra davvero uniche. Ho iniziato ad allungare una mano per toccarle una spalla ed in tutta risposta mi ha messo la lingua in bocca. Ci siamo baciati per qualche minuto, mentre io la toccavo un po’ ovunque, per esplorare il suo corpo, tenero e tremante. Ho inizia a lavorare entrambi i seni, succhiandoli con piccoli morsi sul capezzolo. Ero davvero preso da questo ed a turno mordicchiavo prima un capezzolo e poi l’altro, mettendomi prima tutta la tetta in bocca per gustarne il sapore e la morbidezza. Mentre succhiavo e leccato le mie mani frugavano tutto il corpo, finendo per accarezzarle il pube e la fica. Non avevo voglia di una scopata completa e nonostante non amassi le pompe, me lo feci succhiare molto volentieri. Tirai fuori il cazzo e dopo avermelo segato un po’ con le tette, se lo mise in bocca, leccando di tanto in tanto anche le palle. Leccare, succhiare e spagnola… ecco la spagnola era una cosa che adoravo; sentire il mio cazzo tra le sue tette, tenuto al caldo, segato, con le tette che andavano su e giù, coprendo prima e scappellandomelo poi; smise di succhiare ed andò avanti con la sega “spagnola” per qualche minuto, fino a che non le urlai che stavo per sborrare, e le schizzai sul seno fino a coprirle i capezzoli di crema bianca, che colava lungo tutta la mia asta lubrificandola. Ci baciammo ancora per qualche minuto, ma poi eravamo molto stanchi e decidemmo di rivestirci, per andare a prepararci la cena e cercare (si fa per dire) di ripassare un po’ per gli esami. Anche questo è studiare con le compagne di scuola.

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