La porca della babysitter si scopa lo zio

babysitterporca Rimasi sdraiata a prendere il sole e sentirlo caldo sulla mia pelle, vestita di un paio di pantaloncini jeans tagliati ed un top in pelle, color marrone. Ero baby-sitter di un bambino piccolo, che era seduto accanto a me a fare i suoi compiti di scuola. L’inverno era stato molto freddo e il clima primaverile era caldo era come un dolce respiro. Il bimbo finì i suoi compiti, anche perché di lì a poco sarebbe venuto lo zio a prenderlo, anziché i suoi genitori. Arrivato lo zio, sentìì due colpi di clacson e Filippo andò di corsa incontro a suo zio. “Zio Giovanni!”. Alzai lo sguardo per godermi la scena, poiché Giovanni è l’uomo più bello che abbia mai visto. Alto poco più di due metri, capelli castano chiaro ed indossava un giubbino blu con strisce bianche e nere. Aveva una mascella forte e labbra sensuali. Abbracciò Filippo ed insieme camminarono lungo il marciapiede verso di me, tenendo il bambino in modo da poter far finta che stava volando, qualcosa che lui adorava. Sorrise e mi guardò. Mi sentii arrossire ed il mio corpo fu attraversato da bollori. Mi resi improvvisamente conto di come ero vestita succinta e cercai qualcosa con cui coprirmi, ma avevo solo il libro.

Mentre si avvicinava a me, cercai di coprirmi, e notai che il frescolino mi aveva indurito i capezzoli. Feci cadere il libro e cercai di nascondere tutto con un braccio, fingendo di allacciarmi una spallina. Più il ragazzo si avvicinava e più io cambiavo colore. Che figura! “Ciao io sono Giovanni. I genitori della piccola peste sono a casa?“. “No, sono andati a fare la spesa, ma torneranno presto”. “Bene, ho fatto tutta questa strada per venirli a trovare e loro spariscono…”. “Vieni in camera mia, zio Giovanni a giocare con me”, gli chiese Filippo, mentre lo tirava per il braccio. Tornammo a casa, col cuore che mi batteva a mille, pensando a quanto era bello. Mi trascinai in casa con il libro stretto forte al petto. Entrati in casa si girò e mi sorrise, andando poi in camera a cambiarsi. Un tremore corse attraverso il mio corpo, facendomi venire le scintille alla passera. Non ero nemmeno tanto bella, e nella nostra città c’era chi meritava senza dubbio di scoparsi Giovanni, dato che correva voce avesse un cazzo di tutto rispetto. Il mio compleanno si stava avvicinando ed i genitori del bimbo mi hanno offerto di farmi una piccola festa a casa loro. Erano persone squisite con me ed ho accettato con gratitudine. Quando arrivai, Giovanni era l’unica persona in casa. Gli amici arrivarono in ritardo, con la scusa che avevano dimenticato i regali a casa, ma credo che era tutta una mossa di Giovanni per stare solo con me. Chiuse la porta a chiave. “Perché l’hai fatto?”, domandai e mi rispose “non voglio interruzioni”.

Mentre si avvicinava, il mio cuore batté sempre più forte, mi sembrava quasi di sentire il calore della sua pelle e l’odore del suo profumo. Le sue mani presero le mie e mi attirò a sé. Le nostre labbra si incontrarono, le sue calde ed affamate, le mie secche dalla timidezza. Le sue mani si muovevano lentamente, facendo fremere il mio corpo ogni qualvolta le sue dita mi sfioravano. Giovanni mi ha detto che il suo cazzo si era indurito quando mi aveva vista la prima volta sulla spiaggia. Sono anni che lo amo, dai tempi delle scuole superiori, ma ero troppo giovane per immaginarlo fidanzato con me. Si lasciò cadere sul divano, mi fece sedere sulle ginocchia e mi avvolse le braccia intorno al collo. Ci baciammo e parlammo fino a quando i miei amici tornarono. Giovanni non voleva farli entrare. Scoprì allora quello che voleva e che anche io volevo, e tanto. La sensazione dei suoi baci ed il suo odore mi inebriava. Giovanni mi ha tirato in piedi e ci siamo trasferiti in camera da letto. Mi sbottonò la camicia molto velocemente, quasi volesse arrivare alle mie tette in poco tempo. Mi baciò appassionatamente, mentre le sue mani frugarono ogni centimetro del mio corpo, toccando ovunque. Mi baciò i capezzoli e nel mentre io sentivo il suo cazzo irrigidirsi nei pantaloni; mi tirò verso di lui, mentre cadeva all’indietro sul letto. Si girò e si inginocchiò sopra di me e mi guardò. “Sei bella”. Mi mise un dito in bocca, ordinandomi di succhiarlo. “Succhialo”, sussurrò. L’ho fatto ed il suo volto si addolcì. Il mio seno fremeva al tocco della sua mano che si muoveva contro la mia camicia. Ha ripreso a sbottonarmi, finché mi tolse la camicia Vestivo un bellissimo reggiseno in raso nero, che mi tolse in men che non si dica. Rimasi senza fiato appena le sue labbra calde si fiondarono a succhiarmi un capezzolo. Mi spinse verso il letto con la mano nei capelli e la sua bocca sul mio seno. Ero in ecstasy e non sapevo cosa fare. Sentire le sue mani sul mio corpo e la sua bocca succhiarmi avidamente un capezzolo mi mandarono in tilt. Non capii più nulla. Si spogliò pure lui sino a rimanere col petto nudo e sentii i peli folti e ricci strusciarsi sul mio corpo. “Ah sì il tuo regalo!” Disse ad un tratto, tirando una bella collana di giada dalla tasca.

E’ formata da gocce di giada che penzolano da una fila di perle di giada infilate su una sottile catena d’oro. Ma l’ha messa intorno al collo ed ho ammirato il modo in cui sembrava immerso tra i miei seni nudi. Ho provato a ringraziarlo, ma mi bloccò baciandomi. Si girò di lato e lentamente ci sbottonammo i jeans a vicenda. Vedevo la forma del suo cazzo gonfiare i boxer. Un cazzo lungo e turgido, curvo verso sinistra. Mi venivano strane voglie a guardarlo. Baciò le mie ginocchia e li spinse a parte. Mi leccò la figa attraverso il perizoma, facendomi urlare di piacere. Le mie mutandine erano umide di goduria e ad ogni colpo di lingua fremevano. Non ci pensò due volte e me le tolse, lasciando la mia passerina al vento, umida e vogliosa. Rimasi lì tremando nuda davanti a lui e lui mi guardava, mentre faceva scorrere le mani lungo tutto il mio corpo. Si tolse i vestiti restanti e rimase nudo tra le mie gambe. Mi sgrillettò la fica ed il clitoride, mentre me li leccava avidamente, come fosse un gelato. Più leccava e più il suo cazzo si induriva e reclamava il suo turno. “Ti voglio”, ha detto con un gemito. “Non posso più aspettare". Mi tirò verso il bordo del letto e si chinò, e puntò il suo uccellone contro la mia passera. All’inizio lo strofinò avanti ed indietro, simulando la scopata e poi, quando si sentì pronto, lo ha spinto fino in fondo. Ricordo che sentii un dolore forte; “Oh mio Dio! eri vergine?”. “Annuii un muto sì e lui mi tenne vicino. “Non avevo capito, perché non mi hai detto niente?” “Io ti volevo tanto. Tu sei quello che stavo aspettando”. Mi guardò negli occhi castani e ha chiesto se mi faceva male. Il dolore stava passando e lasciava il posto al piacere. Lui mi teneva, mi baciò e cominciò a muoversi lentamente e teneramente. E' stata una sensazione incredibile! Il brivido delle vibrazioni nel profondo mentre scivolava dentro e fuori, rendevano la scopata sensazionale. Cominciò a muoversi dentro e fuori e mi ha fatto sentire come se fossi in cielo. Il piacere, puro piacere ed i miei fianchi cominciarono a muoversi fino a incontrare la sua spinta, in piena sincronia.

Aumentò la velocità ed i suoi colpi si facevano più duri e lo spingeva sempre più in profondità. Le mie gambe erano avvolte intorno alla sua vita e un tremore profondo attraverserò il mio corpo. Ha continuato a scoparmi in profondità. Non mi ero resa conto che avevo appena avuto il mio primo orgasmo. Sapevo che volevo questo e mi stava piacendo. Ero vergine ed il sesso l’ho solo sognato, ora potevo davvero provarlo e goderne. Dopo qualche minuto mi disse che stava per sborrare ed io volevo assaggiarla. Gli chiesi di sborrarmi in bocca e cosi fece. Mi cacciò il suo cazzo umido e duro in bocca fino ad esplodermi dentro un getto lungo di sborra calda. Aveva un buon sapore. Ingoiai tutto, e glielo ripulìì per bene, assaporandone il gusto. Mi abbracciò, baciò e mi strinse in un lungo abbraccio. Il compleanno poteva continuare.

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