Incontri lesbo nella libreria dell'azienda

Giovanna era andata a lavoro di corsa stamattina. Non so perché aveva fretta, come se qualcuno la stesse aspettando, ma non era così. Saluto i genitori e si fiondò in auto e dopo qualche minuto arrivo in ufficio; o meglio nel parcheggio dell’azienda, e dato che mancava mezz’ora all’inizio della giornata, non erano nemmeno aperti i cancelli. Era in grande anticipo e non sapeva nemmeno lei perché. Mentre aspettava guardava le tette di una donna che faceva footing; due bei seni di 4a misura che rimbalzavano su e giù dentro ad un abitino attillato color blu, stretto lungo l’inguine, e non si vedeva nemmeno un pelo uscire da quel costume, sicuramente umido degli umori della figa. A bussare al finestrino della sua auto fu la sua carissima amica Lucia, impiegata come lei, agitata perché con la sua auto stava fermando tutta la fila dei colleghi che volevano entrare.

lesbo libreria Lucia è una bella donna, con capelli ricci colore marrone e pettinati in una coda di cavallo, tenuta stretta durante il lavoro, grandi occhi marroni e labbra carnose. Un bel biglietto da visita, non c’è che dire. Lucia mette sempre in mostra il seno, attraverso un sottile vestitino ed il culetto, rotondo al punto giusto, voglioso solo di essere leccato, da un uomo o una donna a lei non importava granché. Amava indossare tacchi alti, le davano un tono slanciato da gran figa. Del resto poteva permetterselo, a 40 anni era ancora una bella donna. Nata a San Paolo, Lucia è molto riservata, caratteristica tipica di Paulisti, in contrasto con i carioca che sono più espansivi. Giovanna è un metro ed ottanta, capelli lunghi e occhi azzurro mare. Entrambe si conoscono da un bel po’, dato che hanno frequentato lo stesso corso universitario.

Buongiorno Lucia, come vedi sono troppo in anticipo!”, sbottò Giovanna, sorridendo, mi conosci troppo bene!” “Ami troppo il tuo ufficio, eh!”, sorrise Lucia. “Sì, tu sai che io sono abituata a quella vecchia sedia nera e quel deodorante per ambienti rende la giornata più vivibile”. Un’altra giornata di lavoro stava per cominciare. Camminarono entrambe per raggiungere il loro ufficio, ma vennero fermate da una collega che le avvisava della necessità di recarsi nell’archivio dell’azienda a cercare dei libri contabili. L’archivio era chiamato “la biblioteca”, dato che conteneva migliaia di faldoni e libri dell’azienda. Le due donne sbottarono, ma a malavoglia ci andarono; la loro giornata di lavoro era rovinata da chili di polvere e carta da spostare. Entrarono nella libreria insieme. L’archivio era un luogo solenne, moquette blu ed lunga scrivania di legno.

Giovanna sognava ad occhi aperti, di stringere quella bella collega brasiliana tra le braccia, succhiarle i capezzoli e, sicuramente, leccarle quella bella fighetta. Ecco, la fighetta, lei se la immaginava molto pelosa, con un ciuffo riccio e folto. Fissava Lucia e la immaginava seduta sul tavolo di legno, con le gambe aperte, mentre gliela leccava. Dammi un minuto e cominciamo.

Giovanna nemmeno ascoltava Lucia parlare, la fissava con gli occhi di chi non vedeva l’ora di andare a letto con lei. Lucia ha di recente ottenuto il divorzio e aveva confidato i suoi problemi a Giovanna, cose che facevano spesso entrambe. Il telefono squillò e Lucia si voltò come lei ha risposto in portoghese, il suo umore cambiò e divenne cupa. Giovanna se ne accorse. Tutto bene tesoro? Mi sembri un po’ agitata!”. “Sto bene, grazie. E’ il mio ex!”. Il lavoro di ricerca documenti procedeva bene, ma era necessario andare in un altro archivio, meno recente.

Le due donne si incamminarono. Giovanna andò avanti per aprire la porta guardando sempre fissa il culo di Lucia. “Qui sembra di essere a casa, com’è ordinato e pulito!”. Giovanna fantasticava ancora, immaginando Lucia a casa sua intenta a farsi leccare da lei figa e culo, in un vortice di passione e di sesso saffico, che le vedeva impegnate come due ragazzette alle prime armi. Si comincia! Luisa posò il portatile sul tavolo e cominciarono il lavoro di ricerca dei documenti contabili. Un lavoraccio che, ovviamente, toccava sempre a lei. ominciarono a lavorare e sentirono dei passi. Il centralino le aveva avvisate che un uomo (l’ex di Lucia) era in azienda e le voleva parlare. Era sconvolta, poverina. Si abbracciarono e Giovanna poté sentire la pressione delle tette di Lucia sul suo corpo. La figa le si stava inumidendo e voleva godere di ogni attimo. Giovanna alzò la testa guardando intensamente Lucia, poi la baciò in bocca. Voleva dargliene solo uno, ed invece si ritrovò a godere della morbidezza delle labbra di Lucia.

Tutto ad un tratto le due donne erano bloccate in un profondo bacio saffico. Giovanna aveva risposto aprendo la bocca per sentirsela invadere dalla lingua di Lucia. C’era passione ed un’energia che le loro lingue sprigionavano, danzando l’una nella bocca dell’altra. Ben presto Giovanna sentì la consistenza di una mano morbida farsi strada tra i suoi vestiti ed arrivare ad accarezzare la pelle, sino ad arrivare a titillare il capezzolo e prendere nel pugno le sue tette belle sode. Lucia sentì pulsare la figa e gocce di orgasmo colare fuori dalle labbra, bagnare le mutandine e colarle dalle gambe, provocando un leggero piacere. Lucia si staccò dalla bocca di Giovanna e cominciò a baciarle il collo, scendendo man mano verso i seni, leccando ogni centimetro di pelle che incontrava. Con un gesto fulmineo Lucia si tolse il reggiseno e mostro le sue enormi tette all’amica, due enormi capezzoli duri, ed altrettanto rapidamente si fece scivolare via le mutandine. La fica di Lucia era rasata, bellissima, con le labbra belle e sporgenti, che invitavano ad essere leccate e mordicchiate.

Giovanna poté vedere con i suoi occhi le gocce di orgasmo uscire da quelle belle mutandine di pizzo nero, umide degli umori dell’amica. Non resistette a lungo e con la bocca si avvicinò alla figa, cominciando a leccare e succhiare il nettare che scorreva fuori, affondandovi la lingua dolcemente. Lucia premette la testa di Giovanna contro la sua figa, ansimando e godendo come poche volte suo marito era riuscito a farla godere. Giovanna alternava la lingua alle sue dita, infilandone prima una, poi due, poi addirittura tre, riuscendo a far urlare l’amica dal piacere. L’orgasmo era vicino. Questa bellezza brasiliana stava per schizzare il suo nettare candido addosso a Giovanna, che altro non aspettava, se non di bere tutto, mentre andava avanti a scopare con lingua e dita la fichetta depilata di Lucia, che poco dopo incurvò la schiena, urlando “Sto venendo!”. Giovanna premette la bocca sul clitoride di Lucia e sentì tutti gli schizzi riempirle la bocca. Quando gli schizzi terminarono, Giovanni baciò in bocca Lucia, passandole parte dei suoi umori, misti a saliva. Le due donne si sdraiarono l’una sull’altra; Lucia poteva sentire i capezzoli dell’amica, eretti e vogliosi di una lingua che li leccasse con foga. Giovanna iniziò a spogliare pantaloni e perizoma. Era il turno di Lucia, che si chinò sul petto di Giovanna leccandole avidamente e succhiandole i capezzoli, spostandosi con la lingua fin alla figa, infilandoci tutta la lingua e potendo sentire che timide gocce di orgasmo cominciavano ad uscire. Mancava poco perché Giovanna raggiunse l’orgasmo, provocato dalle leccate alla figa che le dava Lucia. Pochi istanti dopo urlò “vengooo”, e dalla sua figa umida uscirono violenti getti di orgasmo, che Lucia bevve ed ingoiò. Erano stanchissime, ma soddisfatte del loro incontro. Si rivestirono e proseguirono nel loro lavoro, scambiandosi di tanto in tanto qualche bacio e qualche dolce palpatina di tette e culo.

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