Samir consola Rebecca
Sono Samir e vengo dal Senegal. Si lo so, ogni racconto lo inizio sempre così ma la verità è che io sono orgoglioso del mio paese e ci tengo a puntualizzare. Vi ho già detto delle due femmine porche che mi scopo ogni sera al ristorante dove lavoro, Rebecca e sua figlia Licia. Qualche giorno fa ho dovuto consolare Rebecca. Mi ha raccontato di essere molto giù perché Licia si è invaghita di una vera testa di cazzo. Non fa nulla tutto il giorno, questo tizio, è uno spiantato, non vuole lavorare ed ha smesso da parecchi anni di studiare. Rebecca quindi entra nella stanzetta dove dormo, una specie di retrobottega con un letto di una piazza e mezza, un comodino, un piccolo armadio e pareti e tetto dipinti color verdino. Si avvicina e mi confida la sua angoscia, io allora le propongo un massaggio rilassante e la faccio sedere su una sedia e mi apposto in piedi dietro di lei. Le comincio ad accarezzare le spalle con un movimento circolare che parte lontano dalle scapole e si conclude proprio al centro del collo. Rebecca quel giorno era veramente una gran fica, vestita con un golfino giallo attillato che non celava nulla delle sue belle tette ed una gonnellina nera molto corta tanto è che, già seduta, si vedevano le mutande. Continuo quindi a massaggiarla in questo modo e, forse, dico forse, non sarei andato oltre per quella sera, in fondo ogni tanto si può anche fare qualche parte gentile. Rebecca però, ad un tratto, mordendosi le labbra mi prende le mani e me le poggia sui seni, io comincio a massaggiare anche quelli e lei comincia a mugolare frasi incomprensibili. Appena Rebecca si accerta che io sono passato ad un massaggio particolare senza voltarsi, con le mani comincia con I palmi a tastarmi le cosce. Io sono ingrifato come un pazzo, infilo una mano sotto la gonna e le accarezzo la fica. Anche se attraverso le mutande si sente che è fradicia, mi chino su di lei e la bacio in bocca teneramente poi con un sol gesto le sfilo il golfino ed quindi il reggiseno. Lei si alza in piedi si toglie la gonna e le mutande e si inginocchia davanti a me. Ha voglia del mio cazzo mi dice, mi abbassa in pantaloni, le mie mutande sono troppo piccole e lei non le abbassa nemmeno, avvolge la parte del mio cazzo che fuoriesce con le sue labbra e comincia a succhiare, forte, sempre più forte. Dopo un paio di munti, quando capisco che sto per venire, le risparmio il getto sopra il viso, la faccio alzare, la giro e la prendo da dietro. Qualche colpo ben assestato e Rebecca viene quasi svenendo dal piacere, io estraggo il cazzo ed il mio sperma le inonda la splendida schiena dove campeggiano una decina di piccoli nei che sembrano disegnare una nuvola. Restiamo quindi vicini, abbracciati, le dico che Licia si renderà conto dell’errore che sta facendo, di essere fiduciosa, lei mi sorride e mi passa una mano tra I capelli mentre mi dona un lungo dolcissimo bacio.
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