Mi scopo il macellaio Carmelo

Mi chiamo Anna ho 38 anni e faccio la psicologa da 10. Ho uno studio avviato in centro ed i miei clienti dicono di apprezzare molto la mia professionalità. Ma anche gli psicologi hanno delle stranezze ed anche noi avremmo spesso bisogno di aiuto.
Io, per esempio sono sposata da 4 anni con Giovanni, uno stimato radiologo, professionista, marito e padre esemplare, visto che due anni fa ho concepito Carlotta, uno stupendo angioletto biondo.
Tutto filerebbe a meraviglia se non mi fossi invaghita perdutamente e rovinosamente di Carmelo.
Carmelo è il macellaio dove acquisto le bistecche, il suo negozio è vicino lo studio ed obiettivamente la qualità dei prodotti è rinomata nel quartiere.
Carmelo è il contrario esatto di Giovanni. Mio marito è magro, biondino, carino, occhi verdi e carattere gentile, Carmelo è un omone corpulento riccio e scuro con avambracci da Braccio di ferro e voce roca.
Se quindi mi chiedete cosa trovo in lui non vi so rispondere, so soltanto che, come un allocca, ogni giorno vado in macelleria e mentre faccio la fila sto li a guardarlo imbambolata, e, a casa, mi masturbo, immaginando il suo cazzone enorme che mi possiede.
Questa mia immaginazione è durata per settimane, ed io con Carmelo non scambiavo che giusto due parole inerenti l’ordinazione o il tempo o altre inezie di questo tipo.
Il burbero omone però non doveva essere stupido perché aveva capito che mi piaceva.
Quindi aveva iniziato a farmi qualche complimento, prima innocente sul taglio particolare dei miei occhi, poi, quando eravamo soli nel negozio, sulla rotondità del mio sedere o la lunghezza delle mie gambe ed io, invece di metterlo a posto, balbettavo frasi incomprensibili mentre la mia fica si bagnava e lui capiva che ero una pera che stava per cadere dall’albero.
Ed in effetti sabato scorso sono caduta; mio marito era di turno, Carlotta con la baby-sitter ed io scendo quasi all’ora di chiusura per comprare della vitellina per l’indomani.
Arrivo in affanno al negozio e trovo Carmelo che sta chiudendo la saracinesca, arrivo a due metri e sto per ritornare ma lui con la sua manona, in un sol colpo riapre la saracinesca e mi fa entrare, poi la richiude con la scusa che se passano i vigili e vedono l’esercizio aperto oltre l’orario previsto rischia una multa salata.
scopata macellaio Sono quindi dentro il locale con Carmelo da soli.
Mi chiede cosa mi serve, mi prepara la vitellina, me la porge ed afferra con forza il braccio che stendo. Mi attira a se e sento il suo odore intenso pervadermi il cervello. Infila la sua lingua possente nella mia bocca e le sue manone afferranno le mie natiche.
Lo lascio fare rassegnata al mio destino e gli sussurro di fare presto perché mia figlia mi aspetta. Carmelo non mi spoglia nemmeno, mi abbassa le mutandine e con ancora i pantaloni al suo posto, si abbassa la cerniera e mi penetra con forza.
Il suo modo rude, quasi violento mi ha fatto eccitare moltissimo e lui non trova difficoltà nemmeno quando mi fa girare e stendere a pecorina sul bancone delle carni e mi incula. Io non avevo mai fatto sesso anale e scopro come possa essere bello e doloroso allo stesso tempo.
Carmelo non mi chiede altro, niente sesso orale, niente seghe, mi penetra e basta avendo cura di non venire dentro di me.
Torno a casa con la fica  e l’ano che mi fanno male, le cosce ed i seni indolenziti e la testa che mi scoppia. Salgo le scale e non riesco a comprendere se questo sesso pazzo e rude mi è alla fine piaciuto oppure no. Ho bisogno di una bella seduta di psichiatria pure io.

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